Fonte: http://www.iljournal.it/
Può un Festival del Cinema come quello di Cannes coprire delle macchie indelebili sull’identità di un attore? Potrebbe, ma è un compito arduo. Soprattutto se si sta parlando di Mel Gibson, recentemente condannato agli arresti domiciliari per aver picchiato sua moglie Oksana Grigorieva. “The Beaver” è il film con il quale l’attore ha voluto rappresentare un lato di se stesso che non ha mai mostrato e che vuole, soprattutto ora, mettere in evidenza. Come un burattino parlante rappresenta una parte della personalità del suo ventriloquo, così il protagonista del film appare come l’alter-ego di Mel Gibson. Walter Black è un marito e padre depresso che tenta disperatamente di tenere in piedi la sua famiglia. Grazie all’aiuto di un’improbabile terapista, comincia ad utilizzare un castoro come burattino per parlare con la moglie (interpretata da Jodie Foster). Con l’andare del tempo però, quel burattino diventa proprio quell’ater-ego oscuro che il protagonista non vuole tirare fuori.
Benché le critiche cinematografiche abbiano premiato l’interpretazione di Gibson, considerandola la migliore performance di tutta la sua carriera, gran parte delle critiche velenose sono piovute dall’opinione pubblica che stenta a distogliere l’attenzione sull’antisemitismo e sulla violenza dell’attore.
Mel Gibson non ha parlato pubblicamente del suo film, ma le parole non sono mancate alla collega Jodie Foster che dice di avere un giudizio sull’attore completamente diverso dagli altri. “È stato un amico per molti, molti anni, e come amico è stato gentile, leale e premuroso, e posso passare ore al telefono con lui a parlare della vita. È un tipo complesso e io apprezzo la sua complessità e il modo in cui questa complessità porta al suo lavoro”, afferma.
La Foster non si riesce a spiegare quello che ha fatto il collega, ma vorrebbe che la gente andasse a vedere questo film con l’idea di trovare un’immagine di Gibson che è sempre stata oscura. Lo stesso Gibson, afferma l’attrice, ha detto di averci messo gran parte di sé in quel Walter Black, di aver raccontato molto della sua vita in quei panni. La Foster vorrebbe dargli un’altra opportunità e conclude dicendo: “Lui è un uomo incredibilmente riservato e ciò che mostra sullo schermo è profondo quanto lo è in realtà. Questo è il nostro modo come attori di dire ‘Questo è quello che sono veramente’. Resta da vedere negli incassi quanto la Foster sia stata convincente.