Eclissi solare ed equinozio: la primavera comincia il 20, con il “Sole Nero”

Fonte: http://www.meteoweb.eu/2015/03/eclissi-solare-ed-equinozio-primavera-comincia-20-sole-nero/414874/

Dal 1900 al 2100, è la prima volta che equinozio di primavera ed eclissi di Sole si verificano lo stesso giorno.

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Per la prima volta in 200 anni la primavera e’ salutata dal ‘Sole nero’. Il giorno dell’equinozio, venerdi’ 20 marzo, coincide infatti con la prima eclissi del 2015. Considerando un periodo di due secoli, ”dal 1900 al 2100, e’ la prima volta che equinozio di primavera ed eclissi di Sole si verificano lo stesso giorno” spiega il fisico solare Mauro Messerotti, dell’Osservatorio Astronomico di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). Per un’altra coincidenza simile bisognera’ aspettare 24 anni: ”Nel 2039 – rileva Messerotti – l’eclissi di Sole salutera’ l’inizio dell’estate perche’ si verifichera’ il 21 giugno, giorno del solstizio d’estate”. L’eclissi di venerdi’ 20 marzo e’ suggestiva anche perche’ nel calendario l’equinozio di primavera e’ il riferimento usato per calcolare la Pasqua, che ”cade sempre la domenica successiva alla prima Luna piena che si verifica dopo l’equinozio di primavera” osserva l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope e curatore scientifico del Planetario di Roma. Questo evento astronomico dunque e’ centrale per organizzare il calendario che e’ basato su calcoli complicatissimi e sulle ricorrenze cristiane, fra le quali la Pasqua. L’equinozio di primavera quest’anno sara’ alle 23,45 (ora italiana) quando, nell’emisfero settentrionale, il Sole attraversera’ da Sud verso Nord il piano dell’equatore celeste che e’ la proiezione in cielo dell’equatore terrestre. Se oscilla fra il 20 e il 21 marzo e’ ‘per colpa’ degli anni bisestili. ”La Terra – spiega Masi – impiega 365 giorni e circa sei ore per compiere un’orbita completa intorno al Sole”. Le sei ore, prosegue, vengono recuperate ogni quattro anni con l’introduzione degli anni bisestili, che hanno 366 giorni. Per la stessa ragione, oscillano anche le date dell’equinozio di autunno e dei solstizi di estate e d’inverno che si verificano rispettivamente fra il 22 e 23 settembre, tra il 20 e 21 giugno, tra il 21 e 22 dicembre.

AMERICA: NON PIU’ PAZIENTE MA NON IMPAZIENTE!

Fonte:http://icebergfinanza.finanza.com/2015/03/19/america-non-piu-paziente-ma-non-impaziente/
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Prestigiatori ed illusionisti, ecco cosa sono diventati oggi i banchieri centrali, gente qualunque che gioca con le parole, droga che passa da una mente all’altra, creando e distruggendo la realtà a seconda della convenienza…

“Le minacce alla stabilità finanziaria sono “moderate” e sebbene alcune valutazioni nell’azionario siano “alte” esse “non si trovano al di fuori della media storica”.

Quando hai milioni di pargoli che quotidianamente aspettano la loro droga non puoi deluderli, ti tocca raccontare anche un mare di balle!

Consiglio vivamente alla Yellen di andare a guardarsi il CAPE SHILLER INDEX …

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… in fondo le medie storiche della FED sono un pò come le medie dei polli di Trilussa, a seconda di come gira il vento e la convenienza.

In sintesi la Yellen non è più paziente ma tuttavia ha precisato che ciò non significa che la banca centrale americana sia “impaziente” e che l’illusione continua soprattutto dopo aver rivisto per l’ennesima volta al ribasso le previsioni sulla crescita americana di medio e lungo termine, tanto per cambiare.

Via CalculatedRisk notiamo che…

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Per il 2017 la crescita si riduce sino ad un minimo del 2 % il famoso “new normal” che è ancora una previsione estremamente ottimista, anche se sino a sei mesi fa c’erano governatori della Fed come Bullard e Lacker che prevedevano crescite intorno al 4 %.

Detto questo però per non esagerare…

“Un rialzo dei tassi a giugno non si verificherà necessariamente” ma la Federal Reserve “non può escludere” tale ipotesi. (…) una stretta monetaria “potrebbe verificarsi a qualsiasi riunione dopo quella di aprile” ma tutto dipende – come già detto in più occasioni – dai progressi sul fronte dei due obiettivi della Fed, piena occupazione e stabilità dei prezzi.

Non vale la pena di aggiungere altro, ci penseranno i prossimi dati macro a cancellare definitivamente ogni illusione e velleità dalla mente dei prestigiatori della FED.

Noi ve l’avevamo anticipato …DOLLARO: LA BATTAGLIA DI FORT ALAMO

… che Fort Alamo ha “per il momento” respinto egregiamente e dignitosamente i continui assalti, anche se già questa mattina qualcuno ci sta ripensando…

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Ovviamente in Italia c’è mago Renzi che ieri si è affrettato a dichiarare al mondo intero che … Renzi: Qe e parità euro-dollaro merito del semestre italiano

Rideteci sopra sono ignoranti quanto pesano, non è colpa loro, sono fatti così!

Quello che era inevitabile è che la risposta dei bond vigilantes non si è fatta attendere U.S. 30-Year Bond Yield non solo in America ma ovunque Australia 10-Year Bond Yield …

Soprattutto un’altra SPETTACOLARE conferma è arrivata dall’Inghilterra…

(Teleborsa) – E’ stata una decisione all’unanimità quella presa dalla Bank of England (BoE) nell’ultima riunione di politica monetaria, che ha deciso senza sorprese di lasciare i tassi invariati allo 0,5%. Lo si apprende dalla minute del BoE, dal quale emerge una forte preoccupazione per il prolungato periodo di bassa inflazione che sta colpendo il Regno Unito.  L’istituto centrale inglese teme che il rafforzamento della sterlina (del 2,5% a marzo rispetto alle principali valute) potrebbe prolungare il periodo di bassa inflazione in UK. “C’è il rischio che le divergenti politiche monetarie e le differenti prospettive di crescita tra Regno Unito e Zona Euro continuino a spingere al rialzo la sterlina”, si legge nei verbali.

Per tali ragioni la BoE potrebbe rinviare il rialzo del costo del denaro, con gli operatori che ormai parlano del 2016.

Altro non credo vi sia da aggiungere se non osservare come tutto ciò che sale prima o poi scende in mezzo al panico e alla mancanza di compratori…

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…ah si ma sai c’è la BCE che compra, asseragliata nei suoi palazzi circondati dal filo spinato come in guerra e da 10.000 anime infuriate e c’è anche la Grecia oggi e domani chissà!

Quello che è certo è che questo viaggio insieme a Niccolò Machiavelli incomincia a farsi sempre più interessante, grazie alla storia e all’analisi empirica che sa leggere laggiù dove neanche medici, dotti e sapienti delle banche centrali arrivano.

Per chi vuole contribuire liberamente al nostro viaggio cliccando qui sopra è in arrivo l’analisi “Machiavelli 2015: esplosione deflattiva!” orizzonti e visioni per il 2015 e “Machiavelli 2015… la virtù e la fortuna.” Il Tuo sostegno è fondamentale per il nostro lavoro…

Clorpirifos, il pesticida che danneggia il cervello dei bambini

Fonte: http://www.ilcambiamento.it/inquinamenti/clorpirifos_cervello_bambini.html

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Vignetta di Sandro Bessi

Da anni ormai si conosce la pericolosità del pesticida Clorpirifos, tant’è che la U.S. Environmental Protection Agency ne ha bandito l’uso domestico. Eppure continua ad essere utilizzato ampiamente in agricoltura. La tossicologa Janette Sherman ribadisce come questa sostanza sia in grado di danneggiare seriamente il cervello dei bambini. Eppure le autorità preposte non la bandiscono.

Innanzi tutto è bene conoscere i nomi commerciali dei pesticidi che contengono Clorpirifos. Il Clorpirifos etile è principio attivo dei prodotti Alisè WG, Dursban 75 WG, Pyrinex ME; il Clorpirifos metile è invece contenuto nei prodotti Etifos ME, Reldan 22. Ed è altrettanto utile ricordare che la U.S. Environmental Protection Agency ne ha bandito l’uso domestico. Viene però ancora ampiamente utilizzato in agricoltura soprattutto sulle barbabietole, il frumento, il cotone, le arachidi e le verdure, così come per le mele e l’uva; si usa addirittura sui campi da golf ed anche su alcuni animali, tra cui tacchini e pecore. Inoltre viene utilizzato per il trattamento dei canili ed è un ingrediente comune nello shampoo per cani, nello spray e nei collari antipulci.

In un recente documento ufficiale l’agenzia americana per la protezione ambientale ribadisce senza ombra di dubbio come questo pesticida determini ritardo mentale nei bambini esposti di età tra i 2 e i 3 anni, disturbi pervasivi dello sviluppo e deficit d’attenzione nei bambini più grandicelli e ridotto livello di intelligenza nei bambini in età scolare che sono stati esposti nel grembo materno. Eppure continua ad essere permesso nelle coltivazioni. La tossicologa Janette Sherman su CounterPunch ricorda come lei stessa già nel 1998 avesse presentato alla conferenza internazionale del Collegium Ramazzini le sue conclusioni nel documento dal titolo “Chlorpyrifos (Dursban) exposure and birth defects: report of 15 incidents, evaluation of 8 cases, theory of action, and medical and social aspects”. L’Istituto Ramazzini inviò quel lavoro all’European Journal of Oncology per la pubblicazione, ma siccome riguardava difetti alla nascita e non il cancro, ricevette una ben misera attenzione. La Sherman, specialista di medicina interna e tossicologia e autrice di numerosi studi, sostiene come i danni neurologici causati da questo pesticida avvengano sia prima che dopo la nascita dei bambini e come siano pervasivi e altamente invalidanti.

D’altra parte anche il dottor Alberto Mantovani dell’Istituto Superiore di Sanità afferma chiaramente come questo pesticida, un organofosforico, possa «portare a perdita di memoria, depressione ed insonnia». «Gli effetti sono particolarmente rilevanti quando ad essere esposti sono gruppi di popolazione maggiormente vulnerabili come le donne in gravidanza e di conseguenza il feto e i bambini; studi sperimentali mostrano come, in queste fasi, il clorpirifos possa interferire in maniera permanente con lo sviluppo neurocomportamentale».

Quanto di questo pesticida rimane in ciò che arriva sulle nostre tavole. Per esempio nel 2013 gli elevati livelli di residui nell’olio extravergine di oliva diventano oggetto di una interrogazione al Parlamento europeo e a maggio la Regione Puglia sospende l’utilizzo del pesticidi sugli ulivi; ma il produttore, la Dow AgroSciences, replica immediatamente con una nota affermando che, siccome la sostanza è autorizzata, non può sottostare a limitazioni.

Insomma, gli affari prima di tutto. La salute può aspettare!

La Xylella secca gli ulivi del Salento, c’entra la Monsanto?

Scritto da: Massimo Rodolfi
Fonte:http://www.primapaginadiyvs.it/la-xylella-secca-gli-ulivi-del-salento-centra-la-monsanto/#

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Che immagine tranquillizzante su una pagina Facebook della Monsanto!

Non appena venni a conoscenza di questa terribile malattia, la Xylella fastidiosa, che sta decimando i bellissimi uliveti del Salento, confesso che la mia mente sospettosa pensò subito che non si trattava di un evento casuale, ma che dietro ci fosse la longa manu di qualcuna delle solite avide multinazionali senza scrupoli.

Come diceva Andreotti, che sicuramente se ne intendeva, a pensar male si fa peccato, ma ci si prende, almeno così sembrerebbe, stando agli ultimi sviluppi delle indagini della procura di Lecce, che sta indagando su come la Xylella fastidiosa, possa essere arrivata nel Salento.

Fra le poche ipotesi formulate, è presente quella rilanciata nel novembre 2013 dal Forum Ambiente e Salute, che a sua volta riprende un articolo di Riccardo Primiceri, pubblicato su OzaNews, secondo la quale, la Monsanto sarebbe coinvolta nella diffusione nel Salento della Xylella fastidiosa.

Ovviamente non pretendiamo di avere la palla di vetro al riguardo, ma solo porre alcuni interrogativi. Intanto, parrebbe che le autorità competenti fossero a conoscenza della diffusione di questo batterio killer, almeno dal 2010, perché la notizia è stata diffusa solo recentemente, quando ormai i focolai di epidemia nel Salento erano ampiamente diffusi?

Perché si è proposto di distruggere praticamente tutto il patrimonio arboricolo del Salento, per poi procedere a massicce irrorazioni di pesticidi, che non farebbero altro che finire di massacrare un territorio bello per la sua biodiversità?

Non ci sono veramente altre possibilità, magari provenienti dal mondo della coltivazione con metodi naturali, che siano in grado di arginare questa peste che sta uccidendo un territorio fra i più belli e produttivi, dal punto di vista agricolo, del nostro paese?

Una speranza sembrerebbe provenire dalle ricerche del professor Norberto Roveri, dell’Università di Bologna, che ha messo a punto una cura sperimentale a base di oligoelementi, idonei alla coltivazione biologica, di cui parlerà in un imminente convegno a Minervino di Lecce, il 28 marzo 2015

Perché invece la Regione Puglia, ancora presieduta dall’uscente Nichi Vendola, ha invece emanato una determina, il 6 febbraio 2015, con la quale si obbligano gli ulivicoltori a una serie di trattamenti con pesticidi, che quando saranno finiti, ammesso che ci sia quest’intenzione, si sarà avvelenata ogni cosa esistente su questo territorio?

Così a occhio, mi viene da pensare che siamo governati da deficienti. Non è abbastanza avvelenato il mondo nel quale viviamo? Probabilmente per la Monsanto, e per i politici che riesce a corrompere no, ma il dubbio, conoscendo anche come funziona la politica in Italia, che ci possano essere degli oscuri accordi tra gli interessi delle multinazionali e qualche politico deficiente, potrebbe anche venire.

Tanto si trova sempre qualche ‘scienziato’ ma veramente tra virgolette, pronto a giurare che i pesticidi fanno bene alla salute, così come gli OGM, magari anche le scie chimiche, piuttosto che i medicinali chimici, tutti prodotti, che escono ovviamente dalle stesse poche multinazionali che stanno distruggendo e avvelenando il mondo.

Quindi, come avrà fatto la Xylella fastidiosa ad arrivare nel Salento? E come mai sembra che la Monsanto abbia prodotti resistenti alla Xylella? E come mai questo batterio, in questo documento Plant-Pathogenic Bacteria as Biological Weapons – Real Threats? viene catalogata come possibile arma batteriologica? Chi ha la possibilità di maneggiare questi batteri? Chi ha interesse a devastare un ambiente naturale come quello del Salento? Cui prodest? Io continuo a pensare male…

E in ogni caso mi sembra, non solo legittimo, ma necessario, opporsi alla politiche scellerate che non fanno altro che favorire gli interessi delle multinazionali, a scapito di uno dei posti più belli al mondo, come il Salento. Vogliamo veramente farlo diventare un cimitero, dove solo le sementine, tecnologiche, asettiche, e senza vita, prodotte in laboratorio, possano attecchire, a costo di diffondere veleni nell’aria, nell’acqua, e in tutto ciò che vive?

Per me, chi riesce anche solo a pensare in questo modo, non è umano, ma di sicuro appartiene a qualche razza aliena, che evidentemente non ha interesse per la vita di questo pianeta, ma ha altre oscure finalità. Io invece sogno una Terra finalmente libera da predatori, dove l’uomo possa integrarsi con la natura senza distruggere o avvelenare niente e nessuno!

Domenica ero in visita a un uliveto proprio nel basso Salento, purtroppo sono arrivato nel momento in cui il proprietario stava facendo un ‘trattamento‘, di quelli considerati più innocui.

L’aria era irrespirabile, e non sono riuscito a resistere più di cinque minuti in quel luogo, mentre l’agricoltore, munito di una ridicola mascherina e guanti di tessuto, era completamente fradicio di questo pesticida. Io dopo, ho avuto uno dei più brutti attacchi allergici della mia vita… non so il contadino. Veramente c’è qualche idiota in grado di dimostrare che questa roba è necessaria?

Sono migliaia di anni che si coltiva l’ulivo nel Salento, deve arrivare proprio la Monsanto a spiegarci come si deve fare? Sinceramente sono contento di essere il presidente, nonché fondatore, dell’Associazione Riprendiamoci il Pianeta – Movimento di resistenza Umana, che il 13 marzo scorso, ha organizzato a Manduria, l’iniziativa Salviamo i Nostri Ulivi! che ha visto la partecipazione di oltre trecento persone, attentissime al rispetto del territorio.

E sono anche fiero di essere redattore di questo, piccolo, insignificante blog, che è Prima Pagina di YVS  che ha già affrontato l’argomento dei pesticidi nel Salento  e che continuerà a battersi perché il buon senso umano possa preservare il bel mondo nel quale viviamo.

Documentatevi, informatevi, dobbiamo creare un vero movimento di resistenza, creato dalle persone, e non dai partiti, che tuteli la vita sui nostri territori, nella nostra bella nazione, nel nostro bel mondo. Dobbiamo riprendercelo dalle grinfie di questi criminali, folli e incapaci di amore per la vita. Basta! Riprendiamoci il Pianeta! Riprendiamoci le nostre esistenze!

 

 

Pedofilia, Scotland Yard indaga su se stessa

Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2015/03/17/news/pedofilia_scotland_yard_indaga_su_se_stessa-109701301/

LONDRA – Anche a Scotland Yard, quartier generale della polizia londinese, sembra ci sia del marcio. La Metropolitan Police, la polizia della capitale britannica, è stata coinvolta nel terribile caso della rete di pedofili-vip che negli ultimi 35 anni ha abusato sessualmente di minori a Londra.

La Metropolitan Police è sospettata di aver orchestrato l’insabbiamento di 14 casi in cui agenti di polizia avrebbero coperto i pedofili-vip, arrivando anche ad ignorare anche le denuncie presentate dalle vittime delle violenze. Ora, scrive il Daily Mail, sarà la stessa Metropolitan Police ad indagare su sè stessa.

Lo scandalo ha visto, a partire dagli anni 70, deputati, ministri, vertici della stessa polizia, giudici e popstar stuprare

minori nel complesso di appartamenti riservato ai membri dei Comuni, ‘Elm Guest House’ di Rocks Lane nella zona sud-ovest di Londra. Nelle violenze sarebbero stati uccisi almeno tre dei minori abusati nel corso di orge nel complesso di edifici conosciuto come Dolphin Square a Pimlico.

BOND:LA BOLLA PIU’ SPETTACOLARE DELLA STORIA

Fonte:http://icebergfinanza.finanza.com/2015/03/17/bondla-bolla-piu-spettacolare-della-storia/

Mentre in Europa il traguardo finale di Mario Draghi è quello di portare il trentennale italiano sotto 1 % e quello tedesco a ZERO, in America il nostro Robert J.Shiller risponde ad una domanda alla quale il nostro Machiavelli ha ormai risposto da tempo, attraverso la lettura della sua ormai leggendaria bussola empirica, intrisa di storia.

How Scary Is the Bond Market? dal quale estraggo una sintesi efficace per gli amici di Machiavelli…

“Sembra sorprendente –  e insostenibile – che le persone vincolino i loro soldi per 20 o 30 anni per guadagnare poco o niente di più del tasso previsto dalle banche centrali per l’inflazione annuale pari al 2%.”

“Ora disponiamo di oltre 40 anni di dati in più, quindi ho dato un’occhiata per vedere se la nostra teoria è ancora valida. Ne risulta che le nostre stime di allora, se applicate ai dati successivi, permettevano di prevedere tassi a lungo termine estremamente positivi per i 20 anni successivi alla nostra pubblicazione; ma allora, a metà degli anni ’90, la nostra teoria cominciava a sovrastimare. In base al nostro modello, i tassi a lungo termine negli Stati Uniti dovrebbero essere anche più bassi di adesso, dal momento che sia l’inflazione che i tassi di interesse reali a breve termine sono praticamente pari a zero o in territorio negativo. Anche tenendo conto dell’impatto del quantitative easing dal 2008, i tassi a lungo termine sono più alti delle attese.

Tuttavia la spiegazione che abbiamo sviluppato tempo fa è ancora valida per esortare a credere che non assisteremo a un crollo del mercato dei bond a meno che le banche centrali non adottino una politica monetaria restrittiva all’improvviso (alzando i tassi di interesse a breve termine) o non ci sia una maggiore impennata dell’inflazione.(…)

(…) Vale la pena notare inoltre che tipo di eventi sono necessari per determinare un crollo del 12,5% nel mercato dei bond a lungo termine. Il calo di un anno a febbraio del 1980 è giunto immediatamente dopo che Paul Volcker ha preso le redini della Federal Reserve nel 1979. Da un sondaggio dell’opinione pubblica nel 1979 è emerso che il 62% degli americani considerava l’inflazione come “il problema più importante della nazione”. Volcker ha preso delle decisioni drastiche per affrontare quel problema, aumentando i tassi di interesse a breve termine così tanto da creare una maggiore recessione. Si è anche fatto dei nemici (e ha anche avuto a che fare con minacce di morte). Le persone si domandavano se se la sarebbe cavata politicamente o se sarebbe stato accusato.

Chiaro ora? No, non lo scrive un blogger qualunque da oltre quattro anni come il sottoscritto, ma un premio Nobel, uno che con i suoi studi e parametri ha individuato TRE delle TRE più grandi bolle finanziarie recenti della Storia.

Se penso a gente come Bil Gross, considerato il re dei bond, che da anni non ne indovina una, mi viene da sorridere.

“Vennero fatti numerosi tentativi, ma nessuno riuscì a realizzare quanto richiesto. Convinti finalmente che si trattasse di un problema insolubile, i presenti pregarono Colombo stesso di cimentarsi nell’impresa. Questi si limitò a praticare una lieve ammaccatura all’estremità dell’uovo, picchiandolo leggermente contro il tavolo dalla parte più larga, e l’uovo rimase dritto. Quando gli astanti protestarono dicendo che lo stesso avrebbero potuto fare anche loro, Colombo rispose:”

“La differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l’ho fatto!”

Machiavelli è in viaggio…il Tuo sostegno è fondamentale per il nostro lavoro…

Inefficace un antibiotico su due: allarme infezioni

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/inefficace-antibiotico-infezioni.php

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Il fenomeno delle infezioni resistenti ai farmaci è sempre più allarmante: un antibiotico su due, infatti, non funziona. Ad essere colpiti sono in particolare gli anziani e si segnala un vertiginoso aumento delle infezioni contratte nelle case di riposo.  Le infezioni crescono all’aumentare dell’età: sopra i 65 anni i fattori di rischio aumentano di almeno tre volte. È quanto affermano gli esperti riuniti per il V Congresso Internazionale sulle Malattie Infettive, promosso a Milano dalla Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).

Sono circa 400mila i pazienti della Comunità Europea che vengono colpiti da infezioni legate all’assistenza sanitaria, con una stima di 147mila morti ogni anno. Le infezioni più frequenti sono le polmoniti, in particolare quelle legate alle comunità e agli ospedali, che percentualmente sono il 19,4% di tutte le infezioni, le post chirurgiche, che riguardano il 19,6% del numero complessivo e le infezioni urinarie (19%).

Preoccupante è il fatto che, secondo vari studi, in molti pazienti il 48% dei farmaci impiegati risulta inefficace. Ad essere sotto accusa sono in particolare alcuni antibiotici tra i più usati sia dai medici di famiglia sia in Ospedale.

L’Italia è, tra i paesi Ue, la nazione che ha le più alte percentuali di resistenza alla maggior parte degli antibiotici, con percentuali che vanno dal 25% a oltre il 50%. Il nostro, inoltre, è anche il Paese dove circolano più batteri resistenti a tutti gli antibiotici.

Cesare Beccaria

Fonte:http://biografieonline.it/biografia.htm?BioID=3394&biografia=Cesare+Beccaria

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Cesare Beccaria nasce il 15 marzo 1738 a Milano, figlio di Maria Visconti di Saliceto e Giovanni Saverio di Francesco. Dopo avere studiato a Parma, si laurea a Pavia nel 1758; due anni più tardi sposa Teresa Blasco, sedicenne di Rho, nonostante l’opposizione del padre (che gli fa perdere, così, i diritti di primogenitura).

Cacciato di casa dopo le nozze, viene ospitato dall’amico Pietro Verri, che per qualche periodo gli offre anche un sostegno economico. Nel frattempo legge le “Lettere persiane” di Montesquieu, che lo portano ad avvicinarsi all’Illuminismo. Dopo avere fatto parte del cenacolo dei fratelli Verri (c’è anche Alessandro, oltre a Pietro), scrive per la rivista “Il Caffè” ed è tra i creatori, nel 1761, dell’Accademia dei Pugni.

 

Nel 1762 diventa padre di Giulia; nel frattempo in questo periodo gli sorge il desiderio di scrivere un libro finalizzato a dare vita a una riforma in sostegno dell’umanità più sofferente, anche in virtù dell’insistenza di Alessandro Verri, protettore delle persone in carcere: è così che Cesare Beccaria nel 1764 pubblica (inizialmente in maniera anonima), il trattato “Dei delitti e delle pene“, che si oppone alla tortura e alla pena di morte.

In particolare, secondo Beccaria, la pena di morte può essere considerata una guerra di uno Stato intero contro un singolo individuo, e non può essere accettata poiché il bene della vita non può essere a disposizione della volontà dello Stato stesso. Essa, inoltre, non ha un effetto deterrente sufficiente da giustificarne il ricorso, poiché – sempre secondo il filosofo milanese – il criminale tende ad avere paura dell’ergastolo o della schiavitù molto più che della morte: i primi costituiscono una sofferenza reiterata, mentre la seconda rappresenta un male definitivo, unico.

Non solo: per Cesare Beccaria chi pensa alla pena di morte può ricavarne una minore fiducia nelle istituzioni oppure rendere addirittura più disposti verso il delitto. In “Dei delitti e delle pene“, quindi, il giurista meneghino propone di sostituire la pena di morte con i lavori forzati, utili a dimostrare l’efficacia della legge tramite un esempio prolungato nel tempo e utile alla collettività, che viene così risarcita dei danni causati; i lavori forzati, al tempo stesso, permettono di salvaguardare il valore dell’esistenza umana, e ha un’azione intimidatoria: la morte del corpo viene sostituita dalla morte dell’anima.

Nell’opera, inoltre, Beccaria parla dei delitti come violazioni di un contratto, adottando un punto di vista evidentemente illuministico e utilitaristico che lo porta a ritenere che pena di morte e tortura, più che ingiuste o umanamente poco accettabili, siano semplicemente e pragmaticamente poco utili.

Non sono motivazioni di carattere religioso, dunque, ma ragioni di carattere pratico a muovere la penna del giurista milanese, che tra l’altro evidenzia come il delitto non vada identificato come un’offesa alla legge divina, la quale invece fa parte non della sfera pubblica ma della coscienza individuale di una persona. E’ anche per questo motivo che, già nel 1766, “Dei delitti e delle pene” viene messo all’Indice dei libri proibiti per colpa della distinzione che in esso viene sancita tra reato e peccato.

Sempre nel 1766 Cesare Beccaria diventa padre di Maria, la sua seconda figlia, nata con problemi neurologici gravi, mentre l’anno successivo nasce il primo maschio, Giovanni Annibale, che però muore pochissimo tempo dopo. Successivamente viaggia fino a Parigi, seppure controvoglia (al punto da avere una crisi di panico al momento di lasciare la moglie e partire), per incontrare i filosofi francesi intenzionati a conoscerlo. Per qualche tempo viene ospitato nel circolo del barone d’Holbach, ma poco dopo torna a Milano, geloso della moglie.

In Italia, Beccaria – a dispetto di un carattere scostante e fragile, indolente e poco incline alla vita sociale – diventa professore di Scienze Camerali. Nel 1771 entra a far parte dell’amministrazione austriaca, prima di essere nominato membro del Supremo Consiglio dell’Economia; ricopre tale carica per più di vent’anni (nonostante le critiche di Pietro Verri e di altri amici, che lo additano come burocrate) e contribuisce, tra l’altro, all’istituzione delle riforme asburgiche avviate sotto Maria Teresa e Giuseppe II.

Nel 1772 nasce Margherita, la sua quarta figlia, che però non sopravvive più di pochi giorni. Due anni più tardi, il 14 marzo del 1774, Teresa muore, probabilmente a causa della tubercolosi o della sifilide. Dopo poco più di un mese di vedovanza, Cesare sottoscrive il contratto di matrimonio con Anna dei Conti Barnaba Barbò: a meno di tre mesi dalla morte della prima moglie, Beccaria si risposa il 4 giugno del 1774, destando notevole clamore.

Nel frattempo Giulia, la sua prima figlia, viene messa in collegio (benché in passato Cesare avesse dimostrato di disprezzare i collegi religiosi) e ci rimane per poco meno di sei anni: durante questo periodo Beccaria la ignora completamente, non volendone sapere più nulla e arrivando perfino a non considerarla più sua figlia. Egli è convinto, infatti, che Giulia sia il frutto di una delle tante relazioni che Teresa aveva avuto con altri uomini fuori dal matrimonio.

Vistasi negare l’eredità materna, Giulia nel 1780 esce dal collegio, avvicinandosi a sua volta agli ambienti illuministi: due anni più tardi Beccaria la dà in sposa al conte Pietro Manzoni, che ha vent’anni più di lei. Nel 1785 Cesare Beccaria diventa nonno di Alessandro Manzoni (ufficialmente figlio di Pietro, ma molto più probabilmente figlio di Giovanni Verri, fratello di Alessandro e Pietro, amante di Giulia), il futuro autore dei Promessi Sposi.

Cesare Beccaria muore a Milano il 28 novembre 1794, all’età di cinquantasei anni, per colpa di un ictus. Il suo corpo viene sepolto nel Cimitero della Mojazza, fuori Porta Comasina, invece che nella tomba di famiglia. Ai funerali è presente anche il piccolo Alessandro Manzoni.

 
 

Egitto: il complotto, i terroristi, la demonizzazione

Scritto da: Enrico Campofreda
Fonte: http://enricocampofreda.blogspot.it/2015/03/egitto-il-complotto-i-terroristi-la.html

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Una delle teorie cui la presidenza Sisi dà gran fiato, usando un cospicuo contributo della massmediologia interna (un esempio è l’opinionista el-Menawy qui ospitato su Al-Arabiya http://english.alarabiya.net/en/views/news/middle-east/2015/02/07/Egypt-must-halt-spread-of-blind-terrorism-from-Sinai-.html), si basa sul grande complotto anti patriottico ordito da potenze straniere che avrebbe visto l’asse Doha-Washington supportare l’ascesa della Fratellanza Musulmana, e che continua a tramare contro l’Egitto. Un’ipotesi non accertata ma ammissibile, vista la smania geopolitica che fra le ricchissime petromonarchie del Golfo mostra la dinastia Al-Thani. Altrettanto si può supporre della più corposa monarchia Saud che, come e più dei regnanti di Doha, punta a sostenere un vicino ispirato da propri suggerimenti e petrodollari. E’ l’Egitto dei militari cui, anche in epoca del breve e contraddittorio governo islamico, gli Stati Uniti avevano sempre guardato con interesse, un interesse garantito dalle divise che per ogni politico d’Oltreoceano rappresentano sicurezza. Questa teoria fa molta presa sull’egiziano medio (l’abbiamo verificato di persona un anno fa parlando con diversi cairoti: tassisti, ambulanti, studenti) e continua a cercare capri espiatori.

Fra gli altri, li aveva trovati nei tre giornalisti di Al Jazeera (Greste, Fahmy, Mohamad) ultimamente rilasciati dopo circa 400 giorni di reclusione. L’emittente qatarina è stata al centro di polemiche perché accusata di orientare le tendenze della svolta elettorale pro islamica della ‘Primavera’ egiziana, che aveva prodotto il grande balzo elettorale di gruppi come il Partito della Libertà e Giustizia e di Al Nour, vincitori delle elezioni tenutesi fra il 2011 e 2012. Sul potere dei grandi fratelli, non solo islamici, ma più ampiamente politico-mediatici si discute dai tempi di Orwell. La real politik ce li mostra attivi dovunque, sebbene in taluni villaggi dei governatorati di Qena o Sahag l’assenza di parabole sui tettini di povere dimore aveva, in ogni caso, portato gente a esprimere consenso per quelle componenti. Le consultazioni furono molto partecipate, il 52% di votanti non si vedeva da decenni. La polarizzazione è uno dei problemi cogenti dell’Egitto, passa per questioni che coinvolgono la vita urbana e rurale, zone abitate e desertiche con tutti gli annessi di popolazione ed economia dei luoghi. Dovrebbe essere superata dal confronto fra due progetti politici che, invece, hanno smesso di parlarsi e puntano a combattersi senza esclusione di colpi.

La demonizzazione dell’avversario è un comportamento incendiario al pari di quegli attentati che sembrano la via scelta da una parte dell’Islam ormai contiguo all’Isis (Ansar Beit Al Maqdis) oppure praticata da solitari del terrorismo. Che potranno anche essere ex attivisti d’una Confraternita ridotta al silenzio, ma che non sono la Brotherhood. La teoria del complotto appare come la versione vittimistica dello stesso disegno che accorpa ogni avversario e individua negli oppositori, magari anche chi sfila ricordando la rivolta 25 Gennaio, un soggetto pericoloso da incarcerare o eliminare. Per questo l’attivista socialista Shaimaa al-Sabbagh è caduta sotto i colpi di cecchini. E come lei migliaia di egiziani. Ultimo capo espiatorio additato da Sisi, è la fazione palestinese di Hamas accusata di fornire armi ai gruppi di beduini e attentatori del Sinai. Idea cara a Israele e all’Egitto dei generali, che ha coadiuvato l’Idf nella lotta contro i tunnel del contrabbando (attualmente il 95% di quei passaggi sono inutilizzati) e ha chiuso a più riprese il valico di Rafah a qualsiasi convoglio, compresi quelli delle forniture alimentari. Con la ferrea condizione imposta da mesi alla Striscia di Gaza, seguita all’ennesimo attacco distruttivo scagliato nella scorsa estate da Israele, la teoria dell’armamento jihadista da parte di Hamas è poco credibile.

Certamente solleva polveroni e cerca di conservare consenso di fronte a quello che inizia a profilarsi come un fallimento: il piano securitario che Sisi aveva propagandato per la sua elezione alla carica di Capo dello Stato. Più d’un analista, non tacciabile di simpatie jihadiste (sebbene coi maestri di pensiero prossimi a generale nulla sia scontato), afferma che anziché agitare il fantasma del complotto, il presidente dovrebbe riconoscere come la ribellione terrorista del Sinai si trascina dietro atavici problemi mai risolti dai tempi di Sadat e Mubarak riguardanti l’autonomia dello Stato, la marginalizzazione e l’abbandono d’una zona sì in gran parte desertica ma abbandonata a se stessa. Oppure usata per creare le enclavi dell’economia turistica (le famose località del Mar Rosso modello Sharm El-Sheikh). Lì si sviluppa il business a senso unico per società afferenti alle Forze Armate egiziane e l’imprenditoria straniera corsara, che utilizza le coste, però al di là dei propri alberghi non crea infrastrutture utili per il turismo medesimo. Su quest’economia puntano le banche saudite, assieme alla corte di Riyad, l’altro fantasma presente in Egitto occultamente imparentato a quel terrorismo che Sisi vuole combattere.

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HRW: in Cambogia è di moda sfruttare il lavoro

Scritto da: Corrado Fontana
Fonte: http://www.valori.it/economia/hrw-cambogia-moda-sfruttare-lavoro-8465.html

report_hrw__sfruttamento_lavoro_e_fabbriche_tessili_in_cambogia__2015

Denuncia in un rapporto della ong Human Rights Watch sulle condizioni di lavoro nelle fabbriche tessili del Paese asiatico…

Quanto sono puliti i vestiti che indossiamo? Già al momento dell’acquisto potrebbero essere quanto meno macchiati di pratiche illegali e sfruttamento dei lavoratori. Lo denuncia oggi Human Rights Watch in un rapporto appena pubblicato e intitolato Work Faster or Get Out – Labor Rights Abuses in Cambodia’s Garment Industry (ovvero, letteralmente, Lavora più in fretta o vai fuori – Abusi sui diritti dei lavoratori nell’industria delle confezioni tessili in Cambogia) sulla situazione del lavoro nelle fabbriche tessili in Cambogia. La ong internazionale per la difesa dei diritti umani accusa infatti le autorità locali di non proteggere adeguatamente chi – soprattutto donne – sia impiegato localmente nelle produzioni per le griffe mondiali dell’abbigliamento da tutta una serie di abusi: straordinari obbligati, discriminazioni a danno delle lavoratrici in gravidanza e pratiche anti-sindacali.

Stando ai dati del secondo il ministero dell’Industria e deell’Artigianato, il settore dell’abbigliamento cambogiano è dominato dagli investimenti stranieri (soprattutto provenienti da Hong Kong, Taiwan, Cina, Singapore, Malesia e Corea del Sud) ed è un pilastro dell’economia nazionale, garantendo il sostentamento di circa 700 mila lavoratori (il 90% circa è occupazione femminile) attraverso 1200 imprese. Il governo, secondo HRW, non applicherebbe però le leggi sul lavoro esistenti né impedirebbe sufficientemente alle imprese di mettere in campo azioni tese ad ostacolare i controlli. In molte fabbriche verrebbero adottati contratti a breve termine non per esigenze produttive ma come arma di ricatto contro il rischio di dover sostenere gli oneri di maternità delle dipendenti; spesso, tramite subappalti e subforniture, verrebbero elusi i meccanismi di controllo. E i marchi della moda internazionale non si starebbero opponendo con decisione a questo stato di cose