Vescovo caldeo: “Atti di terrorismo” i bombardamenti turchi contro i villaggi kurdi

Turkish_bombs
 

Amadiya (AsiaNews) – “Bisogna avere il coraggio di dirlo: questo è terrorismo bell’e buono!”. È quanto afferma mons. Rabban al-Qas, vescovo caldeo di Amadiya nel nord Kurdistan commentando la notizia appena arrivata a lui: la notte scorsa, dalle 23 fino alle 3 di stamane aerei militari turchi hanno bombardato di continuo un villaggio curdo nel nord del Paese, distruggendo le case, i campi e perfino il deposito dell’acqua.

L’aviazione turca pensava di colpire basi del Pkk (l’organizzazione curda del Partito dei lavoratori, che in Turchia è considerata un’organizzazione terrorista). Ma in realtà le vittime sono 37 famiglie, da anni residenti nel villaggio di Sharamesh, a pochi chilometri da Zakkho. Di queste, 8 famiglie sono rifugiati della Piana di Ninive, fuggiti davanti all’occupazione e alle minacce dello Stato islamico (SI).

“Tutte queste famiglie sono fuggite e ora non potranno più andare a vivere nel villaggio perché tutto, anche il deposito dell’acqua è distrutto”, continua concitato mons. Rabban. E aggiunge: “Stamattina il patriarca di Baghdad, venuto a conoscenza del fatto, ha subito offerto una somma di 10mila dollari per aiutare in emergenza tutte queste famiglie. Ma è tempo di denunciare questi atti di terrorismo da parte dei turchi. Bisogna avere il coraggio di dirlo: questo è terrorismo bell’e buono! Questi poveracci sono ora terrorizzati e pieni di paura: come se non bastassero la minaccia di Daesh [acronimo arabo per lo Stato islamico – ndr]”.

Ufficialmente, la Turchia è parte della coalizione internazionale a guida Usa per la lotta contro lo SI. Molti però accusano Ankara di essere connivente con i miliziani fondamentalisti del Califfato, permettendo alle sue frontiere il passaggio di armi, reclute, petrolio. I bombardamenti turchi in Siria e in Iraq, più che le basi di Daesh, hanno di mira i rifugi del Pkk. Questi interventi massicci, come quello di questa notte hanno anche uno scopo ulteriore: quello di prevenire l’unità fra tutte le componenti curde fra Siria, Kurdistan e Turchia orientale, che potrebbe portare alla nascita di uno Stato curdo.

Esperienze ai confini della morte: Il contributo di Pim van Lommel

Fonte: http://www.oloscience.com/la-sincronicita.shtml

Le esperienze ai confini della morte, anche note come NDE (acronimo per l’espressione inglese “Near Death Experience”, a volte tradotto in italiano come esperienza di pre morte) sono esperienze vissute e descritte da soggetti che, a causa di malattie terminali o eventi traumatici, hanno sperimentato fisicamente la condizione di coma, arresto cardiocircolatorio e/o encefalogramma piatto, senza tuttavia giungere fino alla vera e propria morte. Da un punto di vista strettamente scientifico, il contributo a tutt’oggi piu’ approfondito e’ probabilmente quello di Pim van Lommel, un cardiologo olandese che insieme ad altri colleghi nel 2001 pubblico’ sulla prestigiosa rivista medica “The Lancet” i risultati di uno studio condotto per oltre 10 anni su 344 pazienti. Lo studio, condotto con metodi statistici, aveva come obiettivo la verifica dell’esistenza o meno delle NDE. Piu’ specificamente, lo scopo fu quello di verificare se cio’ che chiamiamo coscienza e memoria fosse un fenomeno dell’attivita’ cerebrale o se fosse indipendente da questa. Dopo una lunga disquisizione sui metodi adottati, sui pazienti, sulle medicine usate negli interventi etc. van Lommel e colleghi conclusero che i fenomeni riscontrati potevano essere spiegati solo assumendo che la coscienza non fosse un semplice epifenomeno dell’attivita’ cerebrale. Data la prestigiosa natura della rivista nella quale lo studio fu pubblicato, ben presto nacque una polemica tra i sostenitori della natura puramente materialistica della coscienza e Van Lommel. L’attacco piu’ conosciuto venne dalle colonne di Scientific American, firmato da Michael Shermer, al quale van Lommel indirizzo’ una circostanziata replica.

Nella sua rubrica “Lo scettico” ( su Scientific American del marzo 2003), Michael Shermer citava una ricerca pubblicata sulla celebre rivista medica The Lancet, del dott. Pim van Lommel e collaboratori, asserendo che quello studio segnava un punto a sfavore dell’idea che mente e cervello possano separarsi. Eppure i ricercatori sostenevano l’esatto opposto, mostrando che esperienze coscienti fuori dal corpo hanno luogo durante periodi di morte clinica, allorquando l’attività del cervello è a zero (encefalogramma piatto). Come ha commentato Jay Ingram sul Canadian Discovery Channel: “L’uso che (Shermer) fa dello studio (di van Lommel) a vantaggio del proprio punto di vista è fraudolento. Avrebbe dovuto dire: «Gli autori pensano che vi sia un mistero, ma io intendo interpretare diversamente le loro scoperte». Invece non l’ha fatto, e penso che questo sia molto spiacevole”. Nell’articolo che segue (tratto da http://nderf.org ), Pim van Lommel ribadisce che Shermer ha presentato le prove in modo distorto:

“Solo recentemente mi è stato mostrato l’articolo nella rubrica “Lo scettico” di Michael Shermer. Da un organo di stampa così prestigioso e, secondo la mia opinione, scientifico, come io reputo Scientific American, mi attendo sempre articoli scientificamente ben documentati, e non so con quale approfondimento sia stato revisionato l’articolo di Shermer dallo staff redazionale della rivista prima della pubblicazione. La mia reazione all’articolo di Shermer è dovuta al fatto che sono il principale autore dello studio pubblicato su The Lancet nel dicembre 2001 col titolo: “Near-death experiences in survivors of cardiac arrest: a prospective study in the Netherlands” (NDE di sopravvissuti ad arresti cardiaci: un’indagine estensiva in Olanda”. Ciò che (Shermer) scrive a proposito delle conclusioni della nostra indagine e degli effetti delle stimolazioni elettriche e magnetiche del cervello, mi obbliga a scrivere quest’articolo, dato che sono in disaccordo tanto sulle sue teorie quanto sulle sue conclusioni.

La nostra indagine è stata condotta su 344 sopravvissuti ad arresti cardiaci per studiare la frequenza, la causa ed il contenuto delle loro NDE. Una NDE è la testimonianza delle impressioni vissute durante uno speciale stato di consapevolezza, che comprende elementi specifici come un’OBE (Out of Body Experience = esperienza fuori dal corpo), sensazioni piacevoli, la visione di un tunnel, di una luce, di parenti defunti, ed eventualmente una revisione della propria vita. Nella nostra indagine 282 pazienti (82%) non conservavano alcun ricordo relativo al periodo di incoscienza, mentre 62 pazienti (18%) riferirono di aver avuto una NDE con tutti gli elementi “classici”. Tra i due gruppi non c’era alcuna differenza in relazione alla durata dell’arresto cardiaco o dello stato di incoscienza, all’intubazione, al trattamento medico, alla paura di morire presente prima dell’arresto cardiaco, al sesso, alla religione, al livello di istruzione o a precedenti informazioni sulle NDE. Furono riportate con maggior frequenza NDE in persone di età inferiore ai 60 anni, con più di un ritorno in vita da una crisi cardiopolmonare durante la degenza in ospedale (CPR = Cardiopulmonary Resurrection) e precedenti NDE. Pazienti con problemi di memoria conseguenti a CPR prolungate e complicate riportarono NDE con minor frequenza.

Vi sono diverse teorie che tentano di spiegare le cause ed il contenuto delle NDE. Una spiegazione è quella fisiologica, perla quale la NDE è sperimentata come risultato di una condizione di anossia (riduzione dell’ossigeno) nel cervello, possibilmente anche in concomitanza col rilascio di endorfine (endomorfine) o con una condizione di blocco dei recettori di NMDA (nota del webmaster: neurotrasmettitore attivo nelle comunicazioni sinaptiche).

Nella nostra indagine tutti i pazienti ebbero un arresto cardiaco, erano clinicamente morti, in stato di incoscienza provocato da un insufficiente apporto di sangue al cervello a causa di inadeguata circolazione sanguigna, di insufficienza respiratoria o di entrambe. Se in tali condizioni la CPR non viene attivata entro 5÷10 minuti il cervello subisce un danno irreparabile ed i paziente muore. Secondo la teoria fisiologica tutti i pazienti della nostra indagine avrebbero dovuto avere una NDE, poiché tutti erano clinicamente morti a causa di anossia del cervello provogata da insufficiente circolazione sanguigna, ma solo il 18% riferì di aver avuto una NDE.

Un’altra spiegazione è quella psicologica: la NDE è causata dalla paura della morte. Ma nella nostra indagine solo una minima percentuale di pazienti riferì di aver avuto paura della morte nei secondi precedenti l’arresto cardiaco: tutto era accaduto così improvvisamente che non si erano neanche resi conto di cosa stava loro succedendo. Tuttavia il 18% ebbe una NDE. Anche il trattamento medico non fece alcuna differenza.

Noi sappiamo che un paziente colpito da arresto cardiaco diventa inconscio nel giro di pochi secondi, ma come facciamo a sapere che l’elettroencefalogramma (EEG) di questi pazienti è completamente piatto, e come possiamo studiarlo? In seguito all’arresto cardiaco si riscontra il completo arresto della circolazione cerebrale a causa della fibrillazione ventricolare (VF) durante il test di soglia al momento dell’applicazione dei defribillatori interni. Questo completo modello cerebrale ischemico può essere usato per studiare i risultati dell’anossia del cervello.

La VF (fibrillazione ventricolare) provoca il completo arresto cardiaco e l’interruzione dell’afflusso di sangue al cervello, con conseguente anossia acuta in tutto il cervello. Il flusso sanguigno dell’arteria cerebrale media, che rappresenta un affidabile indicatore del decorso del flusso sanguigno cerebrale, diminuisce fino a 0 cm/sec immediatamente dopo l’insorgere della VF. Attraverso diversi studi su modelli tanto umani quanto animali, è stato dimostrato che la funzione cerebrale viene gravemente compromessa durante l’arresto cardiaco e che l’attività elettrica sia nella corteccia cerebrale che nelle strutture più profonde del cervello risulta assente dopo un periodo di tempo assai breve. Il monitoraggio dell’attività elettrica della corteccia tramite EEG ha mostrato cambiamenti ischemici che consistono nella diminuzione delle onde veloci di elevata ampiezza e nell’aumento delle onde lente (onde delta), ed in certi casi anche un incremento nell’ampiezza delle onde theta, che progressivamente e definitivamente declinano verso uno stato isoelettrico (senza attività elettrica). Spesso l’iniziale attenuazione delle onde mostrata dall’EEG è il primo segnale dell’ischemia cerebrale: i primi mutamenti ischemici sono evidenziati dall’EEG in media dopo 6,5 secondi dall’arresto circolatorio. Se l’ischemia cerebrale si prolunga, viene sempre monitorato un progresso verso la linea isoelettrica (EEG piatto) entro un periodo che va da 10 a 20 secondi (in media 15 sec.) dalll’insorgere dell’arresto cardiaco.

In caso di arresto cardiaco prolungato (oltre 37 secondi) l’EEG non indica alcun ritorno di attività cerebrale per un periodo di diversi minuti fino ad ore dopo l’avvenuta ripresa del battito cardiaco, in funzione della durata dell’arresto cardiaco, nonostante venga mantenuta un’adeguata pressione sanguigna durante la fase di ripristino del normale stato circolatorio. Dopo la defribillazione il flusso circolatorio dell’arteria cerebrale media riprende rapidamente entro 1÷5 secondi, indipendentemente dalla durata dell’arresto. Tuttavia la ripresa dell’EEG richiede più tempo, a seconda della durata dell’arresto cardiaco. I segnali dell’EEG indicano un ritardo nella ripresa dell’attività metabolica del cervello, e l’utilizzazione dell’ossigeno cerebrale può risultare inibita per un periodo di tempo considerevole dopo la ripresa della circolazione, per il motivo che l’iniziale eccesso alla riattivazione (iperossia) è seguito da una significativa diminuzione del flusso sanguigno cerebrale.

L’anossia provoca perdite di funzioni nel sistema cellulare. Tuttavia, se l’anossia dura solo qualche minuto tale perdita può essere transitoria, mentre un’anossia prolungata causa la morte cellulare con conseguente perdita permanente di alcune funzioni. Durante un episoodio di embolia un piccolo grumo ostruisce il flusso sanguigno in un capillare della corteccia cerebrale, provocando un’anossia in quella parte del cervello con assenza di attività elettrica. Questo comporta la perdita delle funzioni di quella parte della corteccia, e l’insorgere di emiplegia (paralisi di una parte del corpo) o di afasia (perdita della facoltà di parlare o di comprendere le parole). Quando il grumo viene rimosso o dissolto entro alcuni minuti, la funzione corticale perduta viene recuperata. In questo caso si parla di attacco ischemico transitorio (TIA). Ma se il grumo ostruisce il vaso cerebrale per un periodo da alcuni minuti a più di un’ora si avrà la morte di cellule neuronali con permanente perdita di funzioni in quella parte del cervello e conseguente emiplegia o afasia irreversibile, e la diagnosi sarà di accidente cerebrovascolare (CVA). L’anossia transitoria comunque causa una perdita di funzioni transitoria.

Nell’arresto cardiaco l’anossia globale del cervello si instaura entro pochi secondi. La tempestiva ed adeguata CPR consente il recupero della perdita funzionale del cervello in quanto previene il definitivo danneggiamento delle cellule cerebrali, che ne causerebbe la morte. Un’anossia di lunga durata, provocata da un’interruzione del flusso sanguigno al cervello per un periodo superiore a 5÷10 minuti, causa un danno irreversibile e la morte di un elevato numero di cellule del cervello. Questo evento viene definito morte cerebrale, ed in tal caso la maggior parte dei pazienti muoiono definitivamente.

Nell’infarto miocardico acuto la durata dell’arresto cardiaco (VF) è di solito di 60÷120 secondi all’interno dell’unità di intervento, di 2÷5 minuti nella guardia medica e di oltre 5÷10 minuti in caso di infarto estraospedaliero. Solo durante il test di soglia per l’applicazione dei defribillatori interni o durante le indagini di stimolazione elettrofisiologica la durata dell’arresto cardiaco può essere contenuta entro i 30÷60 secondi.

Da questi studi possiamo sapere che nella nostra indagine su pazienti clinicamente morti (VF risultante dall’elettrocardiogramma ECG) nessuna attivitò elettrica può esser stata possibile nella corteccia del cervello (EEG piatto), ma si sono inoltre instaurate condizioni di abolizione dell’attività del tronco cerebrale testimoniate dalla perdita del riflesso corneale, dalle pupille dilatate e fisse e dalla perdita del riflesso di stimolazione della faringe (gag reflex), eventi riscontrati di norma nei nostri pazienti. Nonostante ciò, i pazienti che hanno avuto una NDE riferiscono di essersi trovati in uno stato di consapevolezza molto chiara nel quale le funzioni cognitive, le emozioni, il senso di identità ed i ricordi fin dalla prima infanzia erano presenti, così come la percezione da una posizione esterna ed al di sopra del loro corpo “morto”. Sulla base delle OBE che in alcuni casi sono state riferite e dunque hanno potuto essere verificate, come il caso della protesi dentaria riportato nella nostra indagine, sappiamo che le NDE hanno avuto luogo durante lo stato di incoscienza totale, e non durante i secondi iniziali o terminali di questo periodo.

Così dobbiamo concludere che le NDE della nostra indagine si sono verificate durante la perdita funzionale transitoria di tutte le funzioni della corteccia e del tronco cerebrale. È importante ricordare che esiste il ben documentato caso clinico di una paziente con una costante registrazione dell’EEG durante un’operazione di chirurgia cerebrale per la rimozione di un aneurisma cerebrale gigante alla base del cervello: la paziente fu operata con una temperatura corporea ridotta a 10÷15 gradi, in stato di VF e con una macchina cuore-polmone attiva, con tutto il sangue drenato dal cervello, con EEG piatto, con auricolari di stimolo in entrambe le orecchie, con le palbebre chiuse con nastro adesivo (nota del webmaster: pertanto non poteva né udire né vedere, anche inconsciamente, quanto stava accadendo intorno a lei). Questa paziente ebbe una NDE con un’OBE, e tutti i dettagli che vide ed udì furono in seguito verificati.

C’è una teoria secondo la quale la coscienza può essere sperimentata indipendentemente dal normale stato di coscienza legato al corpo. Un concetto comune della scienza medica asserisce che la coscienza è il prodotto del cervello. Tuttavia tale concetto non è mai stato provato scientificamente. Le ricerche sulle NDE ci spingono ai limiti delle nostre concezioni mediche circa la portata della coscienza umana e le relazioni tra il cervello, la coscienza ed i ricordi.

Per decenni sono state condotte ricerche ad ampio raggio per localizzare i ricordi all’interno del cervello: fino ad oggi non hanno avuto successo. In relazione all’ipotesi che la coscienza ed i ricordi sono conservati nel cervello, sorge anche la questione di come attività non materiali come l’attenzione concentrata o il pensiero possano corrispondere ad una reazione visibile (materiale) sotto forma di una misurabile attività elettrica, magnetica o chimica in una certa zona del cervello. Differenti attività mentali danno origine a mutevoli circuiti di attività in diverse parti del cervello. Questo fatto è stato evidenziato in neurofisiologia mediante l’uso di EEG, di magneto-encefalogrammi (MEG) e più recentemente mediante la risonanza magnetica (MRI) e la tomografia ad emissione di positroni (PET). Inoltre si riscontra un’intensificazione del flusso sanguigno cerebrale durante un’attività certamente non materiale come il pensare. Inoltre non si è ancora ben compreso in che modo spiegare il fatto che in un esperimento sensorio un soggetto sul quale veniva condotto un test di stimolazione fisica asseriva di essere cosciente della sensazione provocata dallo stimolo alcuni millesimi di secondo dopo la stimolazione, mentre il cervello del soggetto indicava che la risposta neuronale non era ottenuta se non dopo 500 millesimi di secondo. Questo esperimento ha portato ad avanzare la cosiddetta ipotesi del “ritardo precedente”.

La maggior parte delle cellule del corpo, ed in special modo tutti i neuroni, mostrano un potenziale elettrico intorno alle membrane cellulari formato dalla presenza di una pompa metabolica Na/K (sodio-potassio). Il trasferimento dell’informazione lungo i neuroni avviene mediante potenziali di attività, cioè differenze di potenziale nelle membrane causate dalla depolarizzazione sinaptica (eccitatoria) e dall’iperpolarizzazione (inibitoria). La somma totale dei cambiamenti lungo i neuroni provoca campi elettrici transitori, e di conseguenza anche campi magnetici transitori, lungo i dendriti attivati sincronicamente. Il fatto cruciale non è costituito né dal numero dei neuroni coinvolti, né dalla forma delle ramificazioni dendritiche, né dall’accurata posizione delle sinapsi e neppure dalll’attivazione di neuroni specifici, ma dai conseguenti campi elettromagnetici transitori che si generano lungo i dendriti. Questi campi dovrebbero conformarsi quanto più accuratamente possibile a circuiti significativi di breve durata, costantemente variabili nella forma quadri-dimensionale e nell’intensità (auto-organizzazione), costantemente e reciprocamente interagendo tra tutti i neuroni. Questo processo può esser considerato come un fenomeno di coerenza quantica biologica.

Si deve ora far menzione dell’influenza di campi elettrici e magnetici localizzati all’esterno del cervello su questi campi elettromagnetici interni costantemente mutevoli durante il normale funzionamento del cervello.

Ricerche neurofisiologiche sono state condotte utilizzando stimolazioni magnetiche transcraniali (TMS), nel corso delle quali viene prodotto un campo magnetico localizzato (fotoni). La TMS può eccitare o inibire differenti parti del cervello, a seconda delle quantità di energia fornita, consentendo una mappatura funzionale delle regioni corticali e la creazione di lesioni funzionali transitorie. Permette inoltre di stimare la funzione di regioni focali del cervello in scala di millisecondi, e può studiare il contributo della rete neuronale corticale a specifiche funzioni cognitive. La TMS è uno strumento di ricerca non invasivo per studiare aspetti della fisiologia del cervello umano che includono tanto le funzioni motorie, la visione, il linguaggio, e la patofisiologia delle disfunzioni del cervello, quanto le alterazioni dell’umore come la depressione, e può anche risultare utile per la terapia. Nelle indagini la TMS può interferire con la percezione motoria e visuale, dando un’interruzione dei processi corticali con un intervallo di 80÷100 millisecondi. L’inibizione e la facilitazione intracorticale sono ottenute mediante impulsi appaiati con la TMS, e riflettono l’attività degli interneuroni della corteccia. Sebbene la TMS possa alterare il funzionamento del cervello anche oltre il periodo di stimolazione, non sembra lasciare alcun effetto duraturo.

L’interruzione dei campi elettrici di reti neuronali locali in alcune zone della corteccia può disturbare il normale funzionamento del cervello: il neurochirurgo premio Nobel W. Penfield, durante operazioni sul cervello di soggetti epilettici, riuscì ad indurre flash di memorie del passato (ma non una completa revisione della vita), visioni di luce, esperienze auditive di suoni e musica, e più raramente una specie di esperienzfuori dal corpo (OBE) mediante stimolazioni elettriche localizzate del lobo temporale e parietale. Queste esperienze tuttavia non produssero alcuna trasformazione. Dopo molti anni di ricerche egli giunse infine alla conclusione che non è possibile localizzare i ricordi all’interno del cervello. Anche Olaf Blanke ha pubblicato di recente su Nature il caso di un paziente soggetto ad epilessia nel quale era stata indotta un’OBE mediante l’inibizione dell’attività corticale causata da una più intensa stimolazione elettrica esterna del giro angolare.

L’effetto della stimolazione elettrica o magnetica esterna dipende dalla quantità di energia impiegata. Può non esservi alcun effetto clinico o in certi casi si nota qualche stimolo quando viene utilizzata solo una minima quantità di energia, per esempio durate la stimolazione della corteccia motoria. Ma durante una stimolazione con energia più elevata si produce l’inibizione delle funzioni corticali locali attraverso l’estinzione dei campi elettrici e magnetici: ne consegue l’inibizione della rete neuronale locale (comunicazione personale di Olaf Blanke). Anche nel caso del paziente descritto da Blanke in Nature fu prodotta una stimolazione con energia elettrica di livello elevato, ottenendo l’inibizione della funzione della rete neuronale nel giro angolare.

E quando, per esempio, la corteccia visuale occipitale è stimolata mediante TMS, il risultato non è una miglioramento della vista, ma invece una cecità temporanea causata dall’inibizione di questa parte della corteccia. Dobbiamo arguirne che la stimolazione artificiale localizzata mediante fotoni (energia elettrica o magnetica) disturba fino ad inibire il campo elettrico e magnetico costantemente mutevole delle reti neuronali, influenzando ed inibendo di conseguenza il normale funzionamento del cervello.

Nel tentativo di comprendere questo concetto di mutua interazione tra la coscienza “invisibile e non misurabile”, con il suo enorme patrimonio di informazioni, ed il nostro corpo materiale, ben visibile, sembra assennato fare un confronto con i nostri moderni sistemi di comunicazione internazionale.

C’è un continuo interscambio di informazione oggettiva per mezzo di campi elettromagnetici attraverso la radio, la TV, la telefonia mobile o i computer portatili. Noi siamo inconsapevoli dell’enorme quantità di campi elettromagnetici che continuamente, giorno e notte, sono attivi intorno a noi e che ci attraversano, così come attraversano strutture come muri ed edifici. Noi diventiamo consapevoli dell’esistenza di questi campi elettromagnetici informazionali solo nel momento in cui utilizziamo il cellulare o accendiamo la radio o la TV. Ciò che riceviamo non si trova all’interno dello strumento, e nemmeno nei suoi componenti, ma grazie al ricevitore l’informazione dei campi elettromagnetici diventa percepibile dai nostri sensi e questa percezione raggiunge la nostra consapevolezza. La voce che sentiamo nel telefono non si trova all’interno di esso, ed il concerto che udiamo alla radio è trasmesso ad essa, così come le immagini ed i suoni che vediamo ed udiamo in TV sono trasmessi all’apparecchio ricevente. Internet non si trova all’interno del nostro computer. Noi possiamo ricevere quasi nel medesimo istante in cui viene trasmesso da una distanza di centinaia o migliaia di chilometri un segnale che viaggia alla velocità della luce. E se noi spegnamo il televisore, la ricezione sparisce, ma la trasmissione continua. L’informazione trasmessa resta presente all’interno del campo elettromagnetico. La connessione è stata interrotta ma non è sparita, e può esser ancora ricevuta da qualche altra parte usando un altro televisore. Di nuovo, noi non ci rendiamo conto di quante migliaia di chiamate telefoniche, di quante centinaia di trasmissioni radio e TV e di segnali satellitari, codificati come campi elettromagnetici, esistono intorno a noi e ci attraversano.

Possiamo paragonare il cervello al televisore che riceve e trasforma in immagini e suoni le onde elettromagnetiche, nello stesso modo in cui la telecamera trasforma quelle immagini e quei suoni in onde elettromagnetiche? La radiazione elettromagnetica contiene l’essenza di tutte le informazioni, ma può esser rivelata ai nostri sensi da strumenti appropriati come i ricevitori TV.

Il campo informazionale della nostra coscienza e dei nostri ricordi, entrambi plasmati dalle nostre esperienze e dagli input informatici dei nostri organi sensori durante la vita, sono presenti intorno a noi come campi elettrici e/o magnetici (fotoni virtuali?), e tali campi diventano utilizzabili dalla nostra coscienza allo stato di veglia mediante il funzionamento del cervello e di altre cellule del corpo.

Per questo ci serve un cervello ben funzionante per accedere alla consapevolezza nello stato di veglia. Ma quando la funzionalità del cervello è andata perduta, come nel caso di morte clinica o di morte cerebrale, con EEG piatto, i ricordi e la coscienza esistono ancora, ma la possibilità di captarli è andata perduta. Certe persone possono sperimentare la coscienza al di fuori del loro corpo, con la facoltà di percepire i loro corpi dall’esterno e dall’alto, con un senso di identità e con una consapevolezza ed una capacità di attenzione accresciute, processi di pensiero ben strutturati, ricordi ed emozioni. E possono inoltre sperimentare la coscienza in una dimensione nella quale presente, passato e futuro esistono nello stesso istante, al di fuori dello spazio e del tempo, ed ogni cosa può essere sperimentata non appena l’attenzione viene focalizzata su di essa (revisione e previsione della vita), e qualche volta entrano perfino in contatto con il “campo di coscienza” dei loro cari defunti. Ed infine possono sperimentare anche il loro ritorno cosciente nel corpo.

Michael Shermer afferma che, in realtà, tutta l’esperienza è mediata e prodotta dal cervello, e che i cosiddetti fenomeni paranormali come le OBE non sono altro che eventi neuronali. Lo studio di pazienti che hanno avuto delle NDE, tuttavia, mostra chiaramente che la consapevolezza ed i suoi ricordi, le cognizioni, le emozioni, il senso di identità e la percezione al di fuori ed al di sopra di un corpo senza vita sono sperimentati durante un periodo in cui il cervello non è funzionante (anossia pancerebrale transitoria). E la perdita funzionale focalizzata attraverso l’inibizione di regioni corticali locali ha luogo quando si stimolano tali regioni con elettricità o con campi magnetici (fotoni), producendo in qualche caso delle OBE.

Per citare Michael Shermer “è compito della scienza risolvere i problemi mediante spiegazioni naturali, piuttosto che soprannaturali”. Ma bisogna tenersi aggiornati sui progressi della scienza, bisogna studiare la letteratura scientifica più recente e sapere cosa sta accadendo nella scienza attuale. Per me la scienza consiste nel porsi delle domande con mente aperta, e nel non aver paura di riconsiderare concetti molto diffusi ma non provati scientificamente, come quello che la coscienza ed i ricordi siano un prodotto del cervello. Ma dobbiamo anche capire che abbiamo bisogno di un cervello ben funzionante per sintonizzare la nostra coscienza in una “consapevolezza nello stato di veglia”. Ci sono ancora una grande quantità di misteri da risolvere, ma non è necessario parlare di paranormale, supernaturale o pseudoscienza se si cercano risposte scientifiche alla questione delle intriganti relazioni tra la coscienza ed i ricordi da una parte ed il cervello dall’altra”.  (Pim Van Lommel)

La Cina è (davvero) vicina

Scritto da: Massimiliano Greco
Fonte: http://www.opinione-pubblica.com/la-cina-e-davvero-vicina

China-Europa

L’anno appena trascorso è stato molto significativo per la Cina e l’Europa, in quanto ha segnato il 40° anniversario dello stabilimento delle relazioni diplomatiche. Insieme a questo simbolismo, entrambe le parti hanno compiuto passi specifici per rafforzare la cooperazione, anche con la partecipazione di diversi potenti paesi europei alla nuova Banca di Investimento Infrastrutturale Asiatica (fondata su iniziativa cinese). Questo potrebbe essere un anno ancora più importante per le relazioni sino-europee, se l’UE concederà alla Cina lo status di economia di mercato (MES).
Secondo il protocollo di adesione cinese al WTO, del 2001, lo status di economia non di mercato (NME) scadrà l’11 dicembre. Ma Washington è molto critica, mentre la maggior parte degli stati europei sono favorevoli. In questo quadro, come spesso è accaduto negli ultimi decenni, gli Stati Uniti stanno esercitando pressioni sulla UE per evitare la concessione alla Cina dello status di economia di mercato. Il Financial Times, per esempio, ha recentemente pubblicato un articolo che descrive questa pressione come un messaggio di avvertimento.
Washington tradizionalmente vede con sospetto le ambizioni di Pechino. Oltre a questo, le elezioni presidenziali americane del prossimo novembre portano alcuni politici ad esagerare e a espandere le critiche su “questioni calde” come la Cina. Alcuni di loro credono di poter ottenere maggiori sostegni, sottolineando la propria opposizione contro la Cina (o l’Iran, per la questione delle sanzioni).
Uno studio di un istituto americano, l’Istituto di Politiche Economiche, conclude che in Europa, in caso di riconoscimento del MES alla Cina, verrebbero persi tra i 1,7 e 3,5 milioni. L’argomentazione si basa principalmente sulla preoccupazione di alcune industrie, e sull’impossibilità per l’Europa di imporre dazi sui prodotti cinesi a basso costo.

L’Italia, inutile a dirsi, pur avendo fatto il diavolo a quattro pur di giungere al TTIP (accordi di libero scambio con gli USA) si riscopre protezionista nei confronti della Cina: Roma è la più attiva a livello europeo contro il riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato, supportando pienamente l’aggressivo pressing americano.
Ma uno studio approfondito pubblicato dal Parlamento europeo lo scorso mese minimizza gli scenari catastrofici per l’Europa. In particolare, si afferma che “le implicazioni economiche della concessione alla Cina del MES può essere positivo per alcuni settori dell’economia e negativo per gli altri [e che] nessuna valutazione integrale è stata ancora effettuata.” In altre parole, lo studio indica che l’Unione europea deve elaborare più studi sui benefici che potrebbe trarre da tale concessione, piuttosto che focalizzarsi sugli effetti negativi. Alcuni mesi fa la Commissione europea aveva informalmente informato i media che “non sarebbe saggio non concedere il trattamento di economia di mercato alla Cina.” Sulla stessa lunghezza d’onda, Germania e Gran Bretagna, mentre la Francia si limita a non obiettare.
Bruxelles è in contatto con Pechino per poter soddisfare i criteri necessari e continuare il cammino cinese lungo la strada delle riforme.
L’Unione europea conta sul suo partenariato strategico con la Cina in un periodo che vede molte aziende cinesi partecipare alle privatizzazioni in corso e le banche cinesi contribuire al nuovo piano di investimenti di Jean Claude Juncker. Il numero di posti di lavoro che possono essere creati attraverso questa cooperazione profonda non può essere ignorato. Farlo significa sfidare gli USA, e subirne quindi le ritorsioni. Una parte di queste, Germania e Francia le hanno già subite, vedi i casi Wolkswagen e Renault, che solo gli ingenui riterranno essere mere coincidenze.

L’Unione europea affronterà il primo passo questo mercoledì.

Ma in che ocnsiste la questione? Finora, se un Paese riteneva che la Cina attuasse il dumping (pratica scorretta che consiste nel vendere in perdita pur di sbarazzarsi dei concorrenti, in modo da acquisire quote di mercato altrimenti inaccessibili) su uno o più prodotti, poteva-doveva non guardare al prezzo di tale/i prodotto/i sul mercato interno cinese (come di regola) ma su un paese alternativo che avesse lo status di MES.
Il che ha costituito e costituisce tuttora una pratica vessatoria, dato che poi le inchieste erano condotte in modo da non permettere a Pechino alcuna difesa, costringendo le aziende cinesi a subire gravi danni sul mercato europeo.
La Cina è attualmente il più grande paese commerciale del mondo: riconoscerlo come un’economia di mercato favorirebbe il commercio globale.

Se vuoi continuare a leggere clicca qui…

MASSACRO A LITTLE BIGINFLATION!

Fonte: http://icebergfinanza.finanza.com/2016/01/15/massacro-a-little-biginflation/

Last_Command

Si lo so è come aver circondato il generale Custer, non c’è più gusto a parlare del massacro dell’inflazione, non c’è più gloria a descrivere la dinamica di una battaglia epica.

Ieri in America sono usciti i prezzi all’import e all’export, solo due cifre, bastano e avanzano per descrivere la dinamica. I prezzi all’importazione sono calati per il sesto mese consecutivo in calo dell’ OTTO VIRGOLA DUE rispetto al dicembre 2014 e se escludiamo il petrolio si tratta comunque di una caduta del TRE VIRGOLA SETTE. Il dato annuale è in calo da DICIASETTE MESI CONSECUTIVI.

Qui la dinamica è più chiara…

[Chart]

Noi, primi in Italia a parlare di rischio deflazione ancora dal 2009, unici a parlare di deflazione da debiti  nel 2014, a novembre abbiamo avvertito …

MACHIAVELLI 2015: ESPLOSIONE DEFLATTIVA

Come dicevano la Cristina (Lagarde) il Mario (Draghi) e Yanet ( Yellen ) il calo dei prezzi e soprattutto quello del petrolio porteranno ampii benefici all’economia e ai consumatori.

Abbiamo visto!  Concludendo, dalla notte dei tempi, mai un simile calo aveva evitato una recessione…

Falcon 9 è rientrato alla base. E Marte si fa sempre più vicino

Scritto da: Giacomo Destro
Fonte: http://oggiscienza.it/2016/01/13/falcon-9-marte-spazio-nasa-musk/

8074073334_72d5e53db4_z

Lo scorso 21 dicembre il razzo vettore Falcon 9 della Space X, una compagnia privata, è rientrato alla base senza danni, per la prima volta dei viaggi spaziali. Aprendo le porte ad un nuovo tipo di missioni spaziali.

APPROFONDIMENTO – Pensate a un normale volo di linea. Parte da un aeroporto, compie il suo viaggio, atterra senza danni in un altro aeroporto, avviene un rapido check del velivolo, e riparte. Tutto normale, talmente economico che ogni giorno decollano mediamente 100.000 voli (tra turistici, cargo e militari). Perché lo stesso non potrebbe accadere per i voli in orbita? Finora i lanci verso l’orbita bassa della Terra, quella, per intenderci, dove si trova la ISS (la Stazione Spaziale Internazionale) avvengono con grande spreco di materiali e tecnologie. Finora. Il 21 dicembre scorso, infatti, è avvenuto il primo rientro di un vettore del primo stadio, chiamato Falcon 9, proprio dalla base da cui era partito. Senza danni né problemi, pronto ad essere riutilizzato in tempi ragionevoli. Non solo: Falcon 9 non è di proprietà della NASA (che è un ente pubblico), ma di una compagnia privata, che – dovendo sempre tener d’occhio i profitti – è riuscita a ridurre in maniera significativa i costi di produzione.

Ma come ha fatto a tornare indietro integro? Falcon 9, similmente ad altri vettori, è costruito da due stadi. Il primo stadio, che è il Falcon 9 vero e proprio, può trasportare un carico di circa 13.000 kg fino ad un orbita terrestre bassa (chiamata LEO), mentre il secondo stadio, chiamato Dragon, si spinge più in alto, verso l’orbita di trasferimento geostazionaria (GTO) ma può trasportare un carico più leggero, di circa 5000 kg. Questa missione (preceduta, a maggio, da un tentativo fallito) aveva il compito di far trasportare dallo stadio due alcune attrezzature e rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale. Anche Dragon è progettato per rientrare sulla terra e poter essere riutilizzato. Intanto, però, il Falcon 9, dopo aver sganciato Dragon affinchè continuasse il suo cammino verso la ISS, ha iniziato a ridiscendere verso la Terra: nei primi istanti è andato in caduta libera, ma poi ha acceso nuovamente i motori per frenare la caduta e, attraverso quattro strutture simili a “zampe” è atterrato perfettamente in verticale a Cape Canaveral, la base NASA da cui era partito. L’impresa sarà ripetuta fra pochi giorni, il 17 gennaio, stavolta con una difficoltà in più: Falcon 9 dovrà atterrare su una piattaforma galleggiante super-tecnologica, posta in mare. Se ci riuscirà, Space X sarà capace di diminuire ulteriormente i costi, non dovendo più pagare l’”affitto” della rampa di lancio.

Se vuoi continuare a leggere clicca qui…

 

 

«La passione per l’arte e i colori mi ha salvato la vita»

Scritto da: Valeria Scopesi
Fonte: http://www.ilcambiamento.it/culture_cambiamento/arte_colori_salvato_vita.html

daniela_

Crisi, crisi e ancora crisi. Ma c’è chi, invece di abbattersi, ha rialzato la testa con orgoglio e ha detto “Io non ci sto!”, inseguendo ostinatamente i propri sogni e riportando risultati personali vincenti in barba a tutti i pronostici negativi. È il caso di Daniela Terragni, 49 anni, ragioniera, ex impiegata amministrativa, oggi pittrice, dal sorriso sempre presente malgrado le terribili avversità della vita.

Da ormai diversi anni sentiamo parlare di crisi e la possiamo vedere ogni giorno nell’aumento della disoccupazione, nella diminuzione dei redditi e quindi del potere di acquisto, nella conseguente chiusura di piccole e medie imprese e così via in un circolo vizioso che porta sempre più a disperazione e povertà. Ma in questo clima di malcontento e preoccupazione, c’è anche chi ha rialzato la testa con orgoglio e ha detto “io non ci sto!”, inseguendo ostinatamente i propri sogni e riportando risultati personali vincenti in barba a tutti i pronostici negativi. È il caso di Daniela Terragni, 49 anni, ragioniera, ex impiegata amministrativa, oggi pittrice, dal sorriso sempre presente malgrado le terribili avversità della vita. Daniela, contemporaneamente al licenziamento dovuto alla chiusura dell’azienda per cui lavorava, ha dovuto affrontare anche due malattie, una dal nome spaventoso, cancro, e l’altra cronica e cattiva, la colite ulcerosa. Daniela ha sempre amato disegnare già dalla tenera età: “Fin da piccola consumavo interi blocchi da disegno, con matite, pennarelli e tempere, copiavo disegni o li inventavo, passavo davvero tanto tempo a colorare e a creare! I professori delle scuole medie avevano insistito tanto con i miei genitori affinché mi iscrivessero al liceo artistico ma loro non erano d’accordo perché pensavano fosse meglio per il mio futuro frequentare una scuola che mi garantisse un lavoro e quindi mi sono fatta convincere e ho conseguito il diploma di ragioneria”.

E così, per 28 anni Daniela ha lavorato come impiegata amministrativa in un’azienda di arredamento, raggiungendo una buona posizione con uno stipendio molto dignitoso e relegando la sua passione al tempo libero.
Ma nel maggio 2011 l’amara scoperta: la diagnosi di un tumore al seno con conseguente mastectomia totale d’urgenza che hanno portato a successivi sette interventi di ricostruzione. In aggiunta a tutto questo, nello stesso anno l’azienda, che già era in crisi da tempo, ha chiuso definitivamente e tutto lo stress della malattia e della perdita del lavoro sono stati causa nel 2012 di un’ulteriore malattia cronica autoimmune intestinale, la colite ulcerosa.
“Ecco… credo di aver provato cosa significa toccare il fondo: malata, licenziata, spaventata, stranita… ero a casa in una situazione davvero terribile, non potevo cercare un lavoro perché non ce la facevo, stavo male moralmente e fisicamente per via del mio stato di salute; ero terribilmente a terra! La mia fortuna è stata e sempre sarà la mia famiglia: mio figlio e mio marito mi hanno sostenuto ed amata in maniera incredibile: per svagarmi ho incominciato a disegnare e a dipingere e mio marito mi portava a casa tele da colorare tutti i giorni per alleviare la mia sofferenza, così io potevo dipingere senza sosta!!”.
Da quelle ore di colore e passione nasce un gatto, il protagonista di tutti i dipinti di Daniela: lei lo chiama Artegatto, è un buffo micio dai colori sgargianti col collo ondulato e smisurato, la testa a mezzaluna e la coda attorcigliata. Tutti i suoi quadri sono allegri, ricchi di colori e di particolari, quasi come un vero ricamo fatto direttamente sulla tela..
Ad un certo punto Daniela decide di trasformare la sua passione in un lavoro e ottiene l’appoggio immediato della sua famiglia: “Mio figlio mi convinse ad aprire una pagina Facebook per condividere i miei lavori e la gente cominciò a fare apprezzamenti. La mia arte piaceva e più ricevevo complimenti, più dipingevo, fino a che il sogno è diventato realtà: da maggio 2013 sono una pittrice! In moltissimi hanno in casa un mio dipinto e gli Artegatti sono addirittura arrivati in Russia, America, Irlanda, Spagna, Marocco, Svizzera!!! Ho un mio sito, le mie pagine facebook e un curriculum lavorativo fatto di mostre e premi vinti! Di recente ho cominciato a dipingere anche ritratti di cani e gatti su commissione oltre a decorare vasi, orologi, lampade, borse e quant’altro con i miei Artegatti”.
Insomma, Daniela è la prova di come si possa fare buon viso al cattivo gioco della vita quando le cose non vogliono andare nel verso giusto e tutto sembra perduto, di come si possa vivere facendo di una sventura un’opportunità di rinascita e di crescita; e persino avvenimenti negativi come un licenziamento in periodo di crisi o una malattia possono diventare un trampolino di lancio per smettere di adagiarci in un ruolo che non ci appartiene e mettere a frutto i nostri talenti per diventare ciò che si è destinati ad essere: “Ho fatto per 28 anni un lavoro che non ho mai amato fino in fondo, ma era il mio lavoro, mi dava da vivere ed ero ormai abituata. Con la malattia e la disperazione ho detto basta!! I miei Artegatti sono nati per rappresentarmi: una donna con sette vite, che un po’ sgangherata va avanti e lotta con coraggio e con il sorriso perché la vita, anche se faticosa, va vissuta con gioia e gratitudine, apprezzando ogni piccolo momento. Tutti i particolari dei miei dipinti rappresentano proprio le piccole cose che spesso non si notano per abitudine, ma che invece danno senso alla vita: il profumo del caffè al mattino, il bacio del buongiorno, un abbraccio, tenere in braccio il gatto, fare ciò che ci piace… Oggi io sono una donna realizzata e sono davvero felice!”

 

La Storia Nascosta Delle Società Segrete Cinesi

Fonte: http://blog.luniversovibra.com/la-storia-nascosta-delle-societa-segrete-cinesi/

ChinaSquareandCompasses1

Grazie alla costante produzione di film sulle arti marziali, sia cinesi (Hong Kong) che Hollywoodiani, il pubblico di tutto il mondo viene intrattenuto da rappresentazioni colorate delle società segrete cinesi.

Squadra e Compasso nei serpenti cinesi

Questi racconti spesso mettono in evidenza che per un periodo di almeno duemila anni le società segrete hanno giocato un ruolo fondamentale nelle dinamiche della vita politica, sociale e religiosa della Cina. Fino alla nascita della Repubblica popolare nel 1949, le società segrete erano una caratteristica speciale della vecchia Cina.

“I funzionari traggono il loro potere dalla legge; il popolo, dalle società segrete.”

Questo detto cinese riassume il secolare conflitto tra governanti e governati, privilegiati e oppressi nella Cina imperiale. Le società segrete sono state direttamente coinvolte in tutte le rivolte contadine della storia cinese. Già nel secondo secolo, la rivolta armata che alla fine rovesciò la dinastia Han fu istigata dalla setta taoista dei Turbanti Gialli, il cui leader era rinomato per i suoi doni di guarigione spirituale e poteri soprannaturali. I Turbanti Gialli, nella loro miscela di religione e insoddisfazione politica, possono essere considerati i precursori delle società segrete che sorsero in tutta la Cina.

Opponendosi all’eccessiva tassazione ed al dispotismo di corrotti burocrati, le società segrete guadagnarono un ampio sostegno. Nelle parole dello storico cinese Teng Ssu-Yu, erano i “centri nervosi d’opposizione al governo imperiale, dalle quali iniziarono insurrezioni e ribellioni.”

Le società segreta formarono un impero parallelo occulto, uno stato nello stato, e questa fu una delle principali fonti della sua forza. Cerimonie notturne d’iniziazione, insegnamenti arcani, segni segreti, simboli e password, contribuirono a produrre, nei membri, una forte lealtà nei confronti della fraternità.

Come esperto della Cina, Jean Chesneaux spiega:

“Le società segrete costituivano un ordine rivale a quello dell’imperatore e dei mandarini. I loro riti, i segreti, i giuramenti di iniziazione, ideogrammi tradizionali – caratteristiche tipiche della Triade, la mafia cinese – diedero un forte contributo per il consolidamento di quest’ordine autonomo. La disciplina era estremamente rigida, e ogni violazione, tradimento, o collusione con le autorità, era punito con la morte.”

Una delle più influenti società segrete cinesi fu quella del Loto Bianco. Spesso ha dovuto cambiare il suo nome in modo da nascondere la sua identità, ed è stato associato con altri gruppi, principalmente con la Società del Cielo e della Terra (detta anche della società Hung o Triade). Il Loto Bianco funzionava soprattutto come corpo spirituale, ma in tempi di insoddisfazione politica e sconvolgimento sociale prendeva rapidamente le caratteristiche esterne di un movimento politico radicale.

La società del Loto Bianco portò avanti una delle più grandi ribellioni del secondo quarto del XIV secolo contro il dominio straniero dei Mongoli. Conosciuti come i Ribelli del Turbante Rosso (a causa delle loro fasce rosse distintive) i membri del Loto Bianco erano dietro la formazione della dinastia Ming (1368-1644) guidata dall’ex monaco buddista Chu Yuan-chang, che assunse i pieni poteri imperiali sotto il titolo Hung Wu.

Come esperto della Cina, Jean Chesneaux spiega:

“Le società segrete costituivano un ordine rivale a quello dell’imperatore e dei mandarini. I loro riti, i segreti, i giuramenti di iniziazione, ideogrammi tradizionali – caratteristiche tipiche della Triade, la mafia cinese – diedero un forte contributo per il consolidamento di quest’ordine autonomo. La disciplina era estremamente rigida, e ogni violazione, tradimento, o collusione con le autorità, era punito con la morte.”

Una delle più influenti società segrete cinesi fu quella del Loto Bianco. Spesso ha dovuto cambiare il suo nome in modo da nascondere la sua identità, ed è stato associato con altri gruppi, principalmente con la Società del Cielo e della Terra (detta anche della società Hung o Triade). Il Loto Bianco funzionava soprattutto come corpo spirituale, ma in tempi di insoddisfazione politica e sconvolgimento sociale prendeva rapidamente le caratteristiche esterne di un movimento politico radicale.

Se vuoi continuare a leggere clicca qui…

 

Pillole anticoncezionali e trombosi: denunciata la Bayer

Fonte: http://www.informasalus.it/it/articoli/pillole-trombosi-bayer.php

pillole-anticoncezionali-e-trombosi-denunciata-la-bayer_4484

Molte donne in Italia e all’estero sono state vittime di episodi tromboembolici a seguito dell’assunzione delle pillole anticoncezionali Yasmin, Yaz e Yasminelle, contenenti il principio attivo Drospirenone. È quanto riportato nella denuncia-querela depositata alla Procura della Repubblica di Torino dallo studio legale “Calvetti & Lawyers” di Treviso, per conto delle donne iscritte all’Associazione “Salute & Diritto”.

“Chiediamo – afferma l’avvocato trevigiano – che la procura indaghi e accerti l’operato di Bayer in relazione alle pillole anticoncezionali Yasmin e Yaz e che risarcisca il danno alle donne coinvolte. Ma chiediamo anche alla federazione europea per la salute che disponga l’immediata sospensione e distribuzione del farmaco”.

Negli Stati Uniti la Bayer ha transato 651 cause avviate da donne vittime di episodi tromboembolici che avevano condotto anche a infarti e ictus.

In Europa l’European Medicines Agency ha affrontato il tema su impulso di numerosi Stati e della Commissione: all’esito di approfondite procedure, da una parte, sono state confermate le risultanze dei più recenti studi scientifici che indicano un aumento del rischio e, dall’altra, è stata rigettata la richiesta di Bayer di variare il marketing di tali prodotti per il trattamento dell’acne moderato tra le donne, evidenziando proprio che i rischi (di tromboembolia venosa) sarebbero stati maggiori dei benefici.

Pronto il condono per chi truffa sull’olio extravergine d’oliva (e non solo quello)

Fonte: http://www.improntaecologica.it/

1502

Stando a quanto pubblicato sul sito del Corriere della Sera, starebbe per arrivare alla Camera arriva un decreto legislativo che intende depenalizzare il reato di contraffazione alimentare.
In particolare oggi i produttori che imbrogliano i consumatori rischiano fino a due anni di reclusione, ma con la nuova norma potranno pagare una multa di massimo 9500 euro e farla franca.
Il caso riguarda anche i produttori di olio d’oliva sotto inchiesta a Torino perché nell’etichetta indicano “olio extravergine” quando invece proprio extravergine non è.
Le aziende incriminate sono: Carapelli, Bertolli, Santa Sabina, Coricelli, Sasso, Primadonna e Antica Badia.
L’attacco più duro viene dal sito specialistico dedicato all’agroalimentare tricolore Teatro Naturale secondo la quale nessuno poteva immaginare che il Governo arrivasse a depenalizzare il reato di contraffazione del Made in Italy. “All’azienda in odor di controlli – scrive sulla rivista online Alberto Grimelli – basterà farsi comminare la multa fino a 9500 euro per veder automaticamente risolta ogni pendenza con lo Stato”.
L’irritazione proviene anche dalla rivista Gambero Rosso e dall’associazione Slow Food, ma anche da quei parlamentari che lottano per la salvezza dell’agroalimentare italiano, conosciuto e venerato in tutto il mondo.
Citando il Corriere della Sera: “Correndo ai ripari, la relatrice della bozza di Decreto Legislativo in commissione alla Camera, l’onorevole Colomba Mongiello (che ha il merito di esser stata la prima firmataria della famosa legge “salva-made in Italy” o “salva-olio”, la prima che verrebbe smontata da questo nuovo provvedimento di legge) sarebbe intenzionata a far ritirare l’intero provvedimento da parte del Governo. In alternativa, cercherebbe di alzare in maniera proporzionale il prezzo della sanzione. Che i produttori onesti vorrebbero pari al guadagno fraudolento realizzato dai truffatori vendendo falso olio extravergine”.

Lo stomaco di Ötzi getta luce sull’antica migrazione umana

Fonte: http://ilfattostorico.com/2016/01/08/lo-stomaco-di-otzi-getta-luce-sullantica-migrazione-umana/

I dott. Egarter e Zink durante una fase dello studio (EURAC)

I dott. Egarter e Zink durante una fase dello studio (EURAC)

Ötzi, la mummia che risale all’età del rame scoperta nel 1991 in un ghiacciaio delle Alpi orientali, continua a fornire preziose informazioni sulla vita dell’Homo Sapiens.

Cinque anni fa è stato decifrato il suo genoma completo e da quel momento sembrava che la sorgente di queste spettacolari scoperte si dovesse presto esaurire. Un’équipe di ricercatori internazionale è invece riuscita a decifrare il genoma completo del batterio contenuto nello stomaco della mummia, dimostrando la presenza dell’Helicobacter pylori.

Si tratta di un batterio presente in circa metà della popolazione umana odierna, e potrebbe fornire elementi preziosi nello studio delle prime migrazioni umane in Europa.

Ricostruire un genoma

I ricercatori dell’EURAC, il paleopatologo Albert Zink e il microbiologo Frank Maixner, erano inizialmente scettici quando, tre anni fa, avevano analizzato i primi campioni prelevati dallo stomaco dell’Iceman: «Le prove della presenza del batterio Helicobacter pylori si trovano nel tessuto dello stomaco; ma dato che la mucosa nello stomaco di Ötzi non esiste più, abbiamo pensato che sarebbe stato estremamente difficile trovare qualcosa», spiega infatti Albert Zink.

Insieme ai colleghi dell’Università di Kiel, Vienna, Venda in Sudafrica e al Max Planck Institut di Jena, i ricercatori hanno quindi cercato un nuovo modo di procedere. «Abbiamo avuto l’idea di estrarre l’intero DNA del contenuto dello stomaco», spiega Maixner. «Da questo DNA siamo stati capaci di isolare le sequenze specifiche dell’Helicobacter e ricostruire così il genoma di un batterio risalente a 5.300 anni fa».

Gastrite, ulcera o niente?

Gli scienziati hanno individuato un ceppo potenzialmente virulento, al quale il sistema immunitario di Ötzi stava già reagendo. «Abbiamo osservato la presenza di marcatori proteici che solitamente compaiono nei pazienti infettati dall’Helicobacter», conferma il microbiologo. Un decimo dei pazienti con infezione batterica sviluppa complicazioni cliniche, come gastrite o ulcera allo stomaco, soprattutto in età avanzata.

«Non possiamo però affermare con certezza se Ötzi soffrisse di problemi di stomaco», afferma Zink, «il tessuto dello stomaco infatti non si è conservato ed è proprio dall’analisi del tessuto che queste patologie possono essere inizialmente riconosciute. Quello che possiamo affermare è che in Ötzi esistono le condizioni perché queste patologie possano essere state effettivamente presenti».

Se vuoi continuare a leggere clicca qui…